ReArm Europe, spreco di denaro o necessità?

di Emanuele Volpe, classe IIA


Lo scorso 6 marzo, il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo, riunito in seduta straordinaria a Bruxelles, ha approvato ufficialmente il ReArm Europe, ossia il piano da 800 miliardi di euro per potenziare la difesa comune europea.
Questo piano era stato annunciato il 4 marzo dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La data dell'annuncio non è casuale e coincide con la drastica interruzione del supporto all'Ucraina da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America, che ha comunicato che non fornirà più armamenti e informazioni di intelligence a Kiev.
Questa decisione da parte degli USA era già in programma, ma è stata definitivamente ufficializzata a seguito dell’incontro tra Trump e Zelensky. I due hanno discusso animatamente fino ad arrivare ai limiti di un litigio. Trump ha duramente attaccato Zelensky, chiedendogli di mostrare maggiore rispetto e gratitudine per gli Stati Uniti, che stavano cercando di lavorare per portare la pace nel suo Paese.
L'amministrazione del Presidente Donald Trump ha lasciato intendere che la difesa dell'Europa non è una sua priorità e che presto potrebbe anche ridurre l'efficacia della NATO.
A questo scenario cerca di rispondere il piano ReArm Europe, che prevede di potenziare gli investimenti dei singoli Stati membri nella difesa e creare un maggiore coordinamento civile e militare a livello comunitario. Questo piano rappresenta una svolta storica nella politica di sicurezza e difesa dell’Unione Europea.
In definitiva, il progetto presentato da Ursula von der Leyen sembra essere adeguato a rispondere in modo concreto alle principali sfide del momento e alle richieste di maggiore responsabilità da parte degli alleati, in particolare degli Stati Uniti.
Questo il discorso pronunciato da Ursula von der Leyen per presentare il piano ReArm Europe:
“Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell'Europa è minacciata in modo serio. La questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria. Nei vari incontri delle ultime settimane, l'ultimo dei quali a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto clamorosa quanto chiara: siamo in un'era di riarmo e l'Europa è pronta ad aumentare massicciamente la spesa per la difesa, sia per rispondere all'urgenza di agire a breve termine e sostenere l'Ucraina, sia per affrontare l'esigenza a lungo termine di assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza europea", ha dichiarato la Presidente della Commissione Europea.
Tuttavia, non tutti sono d'accordo con il piano ReArm Europe. L'Unione Europea era nata con l'obiettivo di mettere fine alle guerre nel continente, non per riarmare gli Stati membri e sfidare sul campo di battaglia altre potenze nucleari. Inoltre, la maggior parte degli Stati membri dell’UE fa parte della NATO, un'alleanza tra Paesi europei e nordamericani, e creare una difesa europea autonoma potrebbe portare a una duplicazione delle strutture già esistenti.
Il piano ReArm, inoltre, rischia di trascinare l'Europa in una guerra, e i fondi investiti potrebbero essere destinati a settori di maggiore necessità, come la sanità, l'istruzione e la green economy. La questione resta aperta e il dibattito sul futuro della sicurezza europea è più acceso che mai.

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