di Laura Carbone, classe II A
Ho scelto di scrivere quest’articolo dopo aver letto il libro “In questa notte afghana”, di Pamela Ferlin. Il romanzo mi ha appassionata molto all’argomento principale: la presa di Kabul e la condizione delle donne in questa martoriata città.
Il testo racconta la storia di una ragazza di nome Sima che è di origine hazāra (gruppo etnico, vittima di persecuzione, che vive prevalentemente in una regione montuosa dell'Afghanistan centrale) e frequenta l’università di Kabul. Lei sin da piccola aveva sempre voluto frequentarla e ciò è stato reso possibile grazie a Victoria, una donna che fa parte di un’associazione italiana impegnata ad aiutare le ragazze afghane.
Il 15 agosto 2021 il suo sogno però si è infranto, così come quello della sua amica Aziza. Entrambe sono state costrette a rimanere chiuse in casa per rispettare i divieti imposti dai talebani, tornati al potere nel Paese, dopo la decisione della Nato di ritirare improvvisamente l’esercito dall'Afghanistan.
Quando i soldati occidentali erano entrati nel Paese, poco dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, le donne afghane avevano iniziato gradualmente frequentare le scuole, a lavorare e ad avere finalmente diritti.
Il 15 agosto del 2021, invece, i talebani hanno ripreso controllo della città di Kabul,
imponendo un ritorno delle loro leggi. Dunque, eliminando tutti i diritti che erano entrati in vigore qualche anno prima, in particolare quelli delle donne. I diritti violati sono molti, come la proibizione dell’istruzione. Le ragazze non possono andare a scuola, né uscire per strada se non accompagnate da un uomo della stessa famiglia.
Per le donne, e in particolare per le donne di etnia hazāra, le più odiate dai talebani, è ricominciato un vero e proprio incubo.
Dopo il 15 agosto del 2021, gli Stati Uniti, la Banca Mondiale e molti donatori occidentali hanno interrotto gli aiuti alla popolazione, determinando un crollo dell'economa. Nei mesi a seguire, il 90% della popolazione civile afghana ha dovuto affrontare una crisi alimentare che ha portato malattie collegate alla malnutrizione.
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