Peppino Impastato e l'incredibile vicenda del liceo di Partinico. La nostra opinione



di Lorenzo Cianciulli, Diego Iuliano, Marisa Capone, Rita Dello Buono e Aurelio Di Minico, classe IIID




Recentemente, il nostro professore di italiano ha scelto di mostrare alla classe il film "I cento passi", una pellicola che racconta la vita di Peppino Impastato, un giornalista e attivista che ha dedicato la sua esistenza alla lotta contro la mafia in Sicilia. 



Peppino è cresciuto in una famiglia mafiosa, ma ha avuto il coraggio di ribellarsi contro questo sistema, utilizzando la sua voce per denunciare gli orrori e le ingiustizie commesse da Cosa Nostra. Il titolo del film si riferisce alla distanza tra la casa di Impastato e quella del boss mafioso Tano Badalamenti, simbolo della vicinanza fisica ma dell'abisso morale che separava Peppino dalla mafia. La sua storia è una testimonianza di coraggio, di impegno civile e della lotta per la giustizia, fino al suo tragico omicidio il 9 maggio 1978. Tuttavia, un recente articolo di Giuseppe Pipitone riporta una situazione inquietante che riguarda gli studenti del liceo di Partinico, i quali si sono espressi contro l’intitolazione della loro scuola a Peppino Impastato, definendolo un personaggio "divisivo" a causa della sua militanza in Democrazia Proletaria. Questa decisione suscita profonda riflessione. È importante sottolineare che la lotta di Impastato contro la mafia trascende di gran lunga le sue appartenenze politiche, elevandosi a simbolo universale di resistenza al crimine e all'oppressione. Il nostro disaccordo con gli studenti di Partinico nasce dalla convinzione che un ideale giusto, come la lotta alla mafia, debba essere riconosciuto e valorizzato al di là delle appartenenze politiche. La battaglia di Peppino Impastato rappresenta un'eredità di coraggio e di integrità che dovrebbe ispirare tutti, indipendentemente dallo schieramento politico. 



Questi valori universali sono il fondamento su cui costruire una società più giusta e equa. La memoria di chi ha combattuto e sacrificato la propria vita per questi ideali non dovrebbe essere oggetto di divisione, ma di unione e di ispirazione per le nuove generazioni. La scelta di non intitolare la scuola a Impastato, soprattutto in base a una percezione di "divisività" legata alle sue convinzioni politiche, sembra ignorare il nucleo fondamentale del suo messaggio e della sua lotta. È essenziale ricordare che Peppino non è stato solo un militante di un partito, ma un paladino della giustizia, un eroe che ha osato sfidare un potere oscuro e corrotto a costo della propria vita. In qualità di giovani, abbiamo il dovere di onorare e trarre ispirazione da figure come Peppino Impastato. Dobbiamo guardare oltre le etichette politiche e riconoscere il valore intrinseco delle azioni compiute in nome della giustizia e del bene comune. Solo così potremo sperare di ereditare un mondo in cui la dignità e l'integrità non siano solo ideali, ma realtà vissute. 



Anche noi, come Peppino, vogliamo scrivere che la mafia è una montagna di merda! La nostra speranza è che possiamo tutti imparare da storie come quella di Peppino e lavorare insieme per un futuro in cui il coraggio di alzare la voce contro l'ingiustizia sia celebrato e non divisivo.

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