"La via del ritorno". Il mio racconto

di Rosa Maria Volpe, classe ID


 

“Ehi Mattia, la tenda è montata male!” il ragazzo le corse incontro e imbarazzato esclamò:” hai proprio ragione!”. La ragazza si ambientava perfettamente con l’ambiente circostante. Il suo sguardo era intenso e rilassato come se si fidasse ciecamente del giovane fanciullo. Gli occhi di Mattia si perdevano completamente in quelli di Stella come se non avessero fine nello spazio e nel tempo. Il bosco pieno di faggi verdi che risplendevano grazie alla luce calda del sole e i due amici decisero di prendere della legna per accendere un focolare. Allora si camminarono per le fitte strade del bosco che sporcarono le candide scarpette di Stella. Iniziarono a guardarsi  intorno per controllare se ci fosse qualcosa da utilizzare per riscaldarsi. Ma nulla, vagarono nel buio della notte per ore e ore, fino a quando Mattia propose all’amica di ritornare all’accampamento e lei annuì stremata e stanchissima. Oramai le gambe non la reggevano più, a breve, se lo sentiva, sarebbe svenuta. Ma sapeva di non poter lasciare Mattia da solo, quindi continuò senza aggiungere nulla. La ragazza notò però che Mattia si era come spento, la sua voglia di esplorare era finita e lei si sentiva sola. Come se lui non riuscisse a vederla. Mattia si girò furtivamente verso Stella e le disse: ” Non riesco a trovare un punto di riferimento per tornare all’accampamento”. Quelle parole così fredde e chiare le rimbombarono nelle orecchie e come se stordita si appoggiò alle mura di una vecchia e grande cavità, collocata sul fianco di un’imponente monte. Proprio mentre la giovane fanciulla respirava profondamente, Mattia le si avvicinò e sfoggiò il suo radioso sorriso dicendole gioiosamente:” Ho trovato! Perché non scaliamo questo monte e arriviamo fino in cima? Da lì sarà più semplice trovare l’accampamento. Cosa ne dici?” La ragazza subito annuì e si misero in cammino per arrivare alla loro meta. Il terreno su cui camminavano era duro e scosceso e in oltre, era pieno di buche scavate dalle talpe che condividevano il paesaggio con tutti quelli che arrivavano all’interno del bosco, senza dare fastidio o fare del male a nessuno. Saliti in cima al monte, guardarono l’orizzonte e notarono solo un’ampia estensione di terreno fittamente ricoperto da alberi ad alto fusto e da cespugli. In lontananza, di circa due o tre kilometri, si vedeva spuntare dalla selva verde del fumo. La prima cosa che i due pensarono, fu proprio che qualcuno aveva appiccato un incendio e per questo pensarono di scendere e correre più lontano possibile. Un’altra parte di loro gli consigliava di rimanere lì, per osservare il fenomeno e la sua causa. Decisero però di scendere giù per vedere se ci fosse stato qualcuno che aveva bisogno del loro aiuto. Viaggiarono tra i fitti alberi finché, non arrivarono a destinazione. Si nascosero dietro un cespuglio per non farsi vedere dallo sconosciuto. Inizialmente intorno a quel focolare non si sentì nulla, ma poi però si sentì una voce bianca, acuta, da bambino. Non poteva essere vero. Un bambino abitava tra la compatta selva? Sebbene fosse molto piccolo, era riuscito ad accendere il fuoco, quindi conosceva quella zona come il palmo della sua mano. Mattia per sbaglio fece un rumore assordante che ferì  l'udito della sua compagna  e a quel punto il bambino  guardò il cespuglio e lo vide , e ci fu uno scambio di sguardi e alla fine furono costretti a presentarsi. Lui si chiamava Jack e aveva 12 anni. Aveva capelli castano chiaro e occhi verdi che somigliavano a quelli di una feroce e forte tigre. Era vestito con una maglietta bianca e sporca di terriccio e un jeans rotto e macchiato  .  Lui aveva una storia ben diversa da quella dei due ragazzi, era scappato da casa per avere un po'; di libertà e dal mondo reale rinchiudendosi in un bosco oscuro. Il bambino dopo qualche secondo di silenzio, chiese:” Volete che vi accompagni in un centro abitato così  potrete chiamare i vostri genitori?” I ragazzi acconsentirono e dopo essere tornati all’accampamento per prendere tutta la loro roba, il bambino li accompagnò in un paese. Stella con voce tremante, chiese al bambino: ” Perché non vieni con noi, ti riaccompagniamo a casa”. Jack inizialmente la ignorò e poi le    disse:” E’ questa casa mia”.

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