Conflitto russo-ucraino. Il punto della situazione

di Domenico Mazzei, classe IIID



(fonti consultate ilmessaggero.it e
tg24.sky.it)

Il 24 febbraio la guerra in Ucraina entra nel terzo anno, con nessuna soluzione in vista, una crescente contrapposizione tra Russia e Occidente e il G7, con presidenza italiana, significativamente riunito a Kiev. Permangono molte incognite, nella generale convinzione che, in un modo o nell’altro, questo sarà l’anno decisivo per l’esito del conflitto scatenato dall’invasione russa esattamente due anni fa.

I numeri aggiornati
Poche cifre per sottolineare l’anniversario dei due anni di guerra, a partire appunto dal 24 febbraio 2022. Un anniversario terribile che almeno in questi giorni ha ancora la forza di attirare l’attenzione nonostante il conflitto russo-ucraino sia stato scalzato dal 7 ottobre 2023 dalla decima guerra fra israeliani e palestinesi e un anniversario, infine, che in realtà va allargato al limite dei dieci anni perché proprio nel febbraio 2014 la Russia si impadronì della Crimea, territorio ucraino, nell'allora indifferenza dell’Occidente. Al momento si stima che la Russia controlli il 17% del territorio ucraino. Si stima che i civili ucraini uccisi dai raid russi siano oltre 10mila fra i quali 600 bambini. Per quanto riguarda i militari, da fonti americane, l’esercito russo avrebbe subito le perdite più pesanti, con 120.000 morti e 170.000–180.000 feriti, rispetto ai 70.000 morti e 100.000–120.000 feriti in Ucraina. Si tratta di cifre da rapportare all’entità degli eserciti che si contrappongono: meno di mezzo milione di soldati per l’Ucraina, più di 800mila soldati per la Russia. Queste cifre sono modificate, da una parte e dall’altra, per motivi di propaganda. 


Le prospettive: un terzo anno di guerra, ma non l’ultimo? 

Che cosa succederà nel terzo anno di guerra? Arriverà la pace? Purtroppo non vi sono elementi che inducano all’ottimismo. E a proposito di chi tira i fili di questo conflitto, cosa si può dire? Putin sarà presto rieletto mentre il bis di Biden, e quindi di un sempre più sofferto sostegno a Kiev, al momento non è così certo. Se ne parla a novembre, quando si terranno le elezioni negli Stati Uniti. La Cina resta a guardare, l’Iran rifornisce di missili e droni l’arsenale russo e così anche la Corea del Nord, con tonnellate di munizioni di piccolo calibro. E l’Europa? C’è ma non si vede: comanda chi comanda la Nato, ovvero gli Stati Uniti.






Il caso Navalny 
Attivista e blogger, Alexei Navalny per anni è stato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin. Dopo essere stato coinvolto in diverse vicende giudiziarie, nel 2020 aveva dichiarato di essere stato avvelenato dalle forze del Cremlino. Dal carcere ha seguito l’invasione russa dell’Ucraina, iniziata nel 2022. Negli ultimi anni ha ricevuto diverse pesanti condanne ed è stato trasferito in una prigione nel Circolo polare artico. Il 16 febbraio 2024 è morto in circostanze ancora da chiarire. Si teme si tratti di un “omicidio pianificato” e non di una “morte improvvisa”, come sembra Mosca voglia liquidarla: il team di Alexei Navalny non ha dubbi che l’oppositore sia stato deliberatamente ucciso e accusa le autorità di non volere riconsegnare il corpo alla famiglia per “nascondere le tracce” del delitto. Il tutto accade mentre centinaia di russi sono scesi in piazza in decine di città per rendere omaggio al dissidente scomparso e la polizia ha fermato quasi 400 persone.


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