Venezia e le sue maschere

 di Gian Maria De Stefano, classe ID

 


Venezia è una città conosciuta in tutto il mondo per la sua storia e la sua particolarità. Quando l’Italia fu invasa dai Germani, le popolazioni al Nord lungo la costa, con barche di fortuna, decisero di arrivare su isole paludose per non essere attaccati. Su una di queste isole nacque l’odierna Venezia, una città dalle strade d’acqua salata. Purtroppo Venezia vive lo spopolamento per la difficoltà di vita e per l’eccessivo turismo, ma ha anche tantissimi confort come l’artigianato, la possibilità di lavoro e il settore terziario molto sviluppato che porta frutto alla salute della città e alla salute degli abitanti. Quindi Venezia è famosa, in parte, per l’artigianato e fabbrica: oggetti con il vetro di Murano, le Gondole e le maschere di Carnevale. Quando sono andato a Venezia, questo Natale, la prima cosa che mi ha colpito sono state le maschere. In un piccolo negozio ho ascoltato cosa rappresentavano, come si creavano, quale era il loro materiale e chi erano i personaggi.

A Venezia il Carnevale è molto valorizzato e importante. Infatti  da quelle parti girano, tutto l’anno, persone vestite da Carnevale con la propria maschera. Le figure più celebri sono: Pantalone, Arlecchino, Colombina, Brighella e Pulcinella. Invece la maschera più importante e diffusa è la bàuta o bautta, una maschera semplice, e veste con un mantello nero, la maschera e un cappello. Questa maschera rappresenta la più grande nobiltà e la plebe più vile.


La maschera che mi ha colpito di più non fa parte dei personaggi del Carnevale ma fa parte della storia, in un momento tragico e disastroso: il medico della peste. La peste si diffuse nel XIV secolo in Europa. Fu anche chiamata peste nera e, visto che negli anni del medioevo non c’erano medicine, contagiò quasi metà della popolazione. L’Europa si trovò in delirio e soprattutto dimezzata.  La diffusione della peste toccò anche a Venezia nel 1348. La città subì uno shock totale, considerato che su circa 110.000 abitanti ne morirono 40.000 circa. Da lì nacquero i medici della peste, per combattere la malattia. Sappiamo poco sulle origini del medico ma sappiamo che era già diffuso in Europa nel medioevo. Sappiamo anche che Charles De Lorme, un medico francese, nel 1700 modificò la vecchia maschera del medico della peste trasformandola nella maschera che oggi ammiriamo. Questi medici arrivavano vestiti di nero con una maschera bianca con un becco simile a quello di un tucano, lo imbottivano con il cotone per non respirare l’aria dove sedevano i malati. Loro erano simili ai dottori di oggi visto che prescrivevano rimedi o antidoti per bloccare e far passare la malattia, e cercavano di trovare una cura sempre migliore per debellarla definitamente. Per curare le persone giunsero alla conclusione di dover far pagare dopo ogni visita.


 


Queste sono state le prime mascherine che utilizzavano i medici allora. Anche se questa maschera può far paura, gli artigiani veneziani hanno totalmente modificato lo stile e l’utilizzo della maschera del medico della peste e ora è una maschera molto diffusa e particolare rispetto alle altre. Se immagino di essere un bambino nel XVII secolo, con la malattia addosso, morirei di paura pensando di essere operato e curato da un personaggio così spaventoso e stando alle apparenze anche molto cattivo. Se invece mi metto nei panni del medico proverei dispiacere vedendo che i bambini, scrutandomi, provino terrore anche se un medico è venuto a fare del bene invece che del male.






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