di Lidia Mazzei, classe ID
Il 17 dicembre 1999 l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Questa ricorrenza si
celebra il 25 novembre di ogni anno: fu scelta tale data perché in quel giorno nel 1960 furono uccise tre attiviste
politiche, le sorelle Mirabal, che si opponevano al dittatore Rafael Leonidas Trujillo. In tutti i Paesi in cui ricorre
questa giornata si organizzano manifestazioni e iniziative di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne. In Italia la ricorrenza è particolarmente sentita da circa 15 anni. Si tengono
convegni, manifestazioni pubbliche che cercano di coinvolgere la società civile
e le istituzioni. Anche a scuola ne parliamo già dalla primaria. Quasi ogni
giorno sentiamo al telegiornale e sui social di casi di donne che
vengono uccise da uomini che appartenevano alla loro cerchia familiare o
affettiva. Da qualche anno in Italia per indicare gli omicidi commessi contro
le donne si usa li termine "FEMMINICIDIO", cioè, come cita il Vocabolario Treccani, l'uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica o annientamento morale
della donna e del suo ruolo sociale". E' un neologismo, cioè una parola
nata recentemente, nei primi anni 2000, per indicare un fenomeno preciso. Il
caso più recente riguarda l'uccisione di una ragazza di 22 anni, Giulia
Cecchettin, per cui è accusato l'ex fidanzato Filippo Turetta. Non si conoscono
ancora i motivi di questo terribile gesto, ma si ipotizza che il ragazzo non
accettasse che Giulia avesse raggiunto il traguardo della laurea prima di lui.
La giovane, infatti, è morta qualche giorno prima della discussione della tesi.
In seguito a questo brutale omicidio l'opinione pubblica ha reagito con indignazione e il 25 novembre in tutta Italia
ci sono state manifestazioni contro la violenza sulle donne che hanno coinvolto numerosissime persone. E' la prima
volta da quando è stata istituita che la ricorrenza ha
visto una partecipazione così generale e sentita.
Secondo me questa non doveva essere la prima volta perché la
violenza sulle donne c'è da sempre. Ho provato a chiedermi da
dove nasce il problema, anche a scuola abbiamo riflettuto
in questo periodo. Ho capito che certamente la questione ha a che fare con l'educazione che riceviamo e il rispetto
che manca. Gli uomini spesso considerano le donne inferiori, anche se non lo
dicono o dicono di non pensarlo, ma lo fanno nei gesti e nei comportamenti di
tutti i giorni. Ad esempio, anche nel gioco se si confrontano con una donna
danno per scontato il fatto di vincere e se perdono non accettano la
sconfitta, si arrabbiano e reagiscono male. Questo comportamento non vale solo nell'ambito del gioco, ma anche nel
lavoro e nelle relazioni. Spesso gli stessi femminicidi avvengono perché gli
uomini non accettano la fine di una relazione per scelta di una donna. Inoltre,
per aggravare la situazione, non esiste solo la violenza fisica, anche le
parole possono ferire tanto, quasi più delle botte. Quindi la violenza si può
manifestare davvero in tanti modi e non è sempre facile riconoscerla. Quando
una donna subisce violenza o viene uccisa non fa male il cuore solo alla famiglia, ma a tutte
le donne. Negli ultimi 4 anni sono state registrate 600 vittime, donne innocenti e inconsapevoli di quello che
sarebbe potuto accadere, eppure è successo. Invece negli
ultimi 18 anni sono stati 3000 i casi. E' una strage silenziosa a cui dobbiamo dire basta e dobbiamo tutti
impegnarci per farla smettere.
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