23 novembre 1980: la testimonianza di mio nonno, Salvatore Vestuto



di Salvatore Vestuto, classe ID 





Il 23 novembre 1980, mio nonno, Salvatore Vestuto, era Sindaco di Montella. Ho deciso quindi di intervistarlo, per domandargli di raccontarci le emozioni di quei giorni e le prime iniziative per organizzare i soccorsi alla popolazione.  


Quanti anni avevi nel 1980?

Nel 1980 avevo compiuto 28 anni

Quali sono state le tue emozioni e le tue azioni subito dopo il terremoto?

Parto dalle emozioni. Tutti noi fummo sorpresi perché nessuno immaginava che si potesse verificare un sisma così devastante. Subito dopo subentrò la paura perché pensavamo che fosse giunta la fine della nostra vita. Per quanto riguarda le azioni, terminata la scossa più importante lasciai la mia famiglia e feci una perlustrazione del paese per capire cosa fosse successo. Considera che mancava l’energia elettrica, le strade erano piene di macerie e non erano facilmente percorribili. Il mio obiettivo principale era quello di capire se ci fossero vittime, cosa che purtroppo accadde. Concluso il sopralluogo mi recai alla casa comunale dove erano giunte tante persone tra le quali c’erano molti feriti. Quindi, con i medici della guardia medica fu allestita una zona di primo soccorso. Inoltre, davanti alla sede del Comune ci stava tanta legna che fu distribuita gratuitamente ai montellesi, poiché quasi nessuno rientrò in casa e furono accesi tanti fuochi all’aperto per potersi riscaldare.

Cosa fecero i montellesi?

Tra i nostri cittadini ci fu grande solidarietà, ci fu aiuto reciproco perché capimmo che almeno inizialmente eravamo soli e l’unico modo per reagire era l’unione. I cittadini che fortunatamente stavano bene aiutarono gli altri in ogni modo possibile, dalla parola di conforto al compimento di ogni tipo di azione


 

Come sono stati organizzati i soccorsi?

Considera cha all’epoca non esisteva la Misericordia e nemmeno la Protezione Civile. Eravamo davvero soli e non eravamo pronti per affrontare un evento di quella portata. In un primo momento dovemmo organizzare tutto noi e proprio in quella fase ho avvertito tutto il peso della mia responsabilità come sindaco. Ho convocato il consiglio comunale per decidere, tutti insieme, le prime azioni da compiere. Organizzammo una raccolta di viveri e vestiario da distribuire gratuitamente a tutti i montellesi che ne avessero bisogno. Soprattutto, si stabilì di contattare il Prefetto di Avellino (dove andai il giorno seguente al sisma) per descrivere quanto accaduto a Montella e per chiedere l’aiuto dello Stato. Dalle Istituzioni ricevevamo subito circa 200 tende militari; la maggior parte furono montate all’interno del campo sportivo (nel rione Garzano) ed altre in diverse zone del paese. Dopo 3 giorni arrivarono i militari che portarono ulteriori viveri; la sezione denominata Genio militare aveva il compito di mettere in sicurezza le case pericolanti che potevano crollare. Nei successivi 10 giorni arrivarono altri militari con la funzione di aiutare la popolazione in qualunque modo ed io fui affiancato, nella gestione dell’emergenza, da un capitano dell’esercito, Sig. Brodi. Dopo una quindicina di giorni arrivarono le roulotte e furono assegnate alle famiglie che non potevano rientrare in casa; poi, ricevemmo i primi containers che, per buona parte, furono allocati nella zona del campo sportivo.




Hai del materiale che documenti quei momenti?

Certamente, ho alcuni quotidiani dell’epoca, ho tante foto scattate da me e da vari amici. Soprattutto, conservo un video in cui si vede Montella nei giorni successivi al terremoto.

   

           

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