Rubrica "I nostri racconti": LA TERZA GUERRA PUNICA, di Angelo Pizza (parte 2)

 di Angelo Pizza, classe IID


Questo è il mio secondo testo sulla terza guerra punica. Narra una battaglia navale tra Romani e Puni, e del duello tra Quinto e Cleonide, generale nordafricano e gran corteggiatore. In questo testo ho messo in risalto il modo di pensare dei Romani per quanto riguarda le armi. La differenza tra arco e spada. Inoltre è presente un elemento strategico in battaglie navali inventato da Caio Duilio durante la prima guerra punica: il corvo. E’ un ponte mobile che si agganciava alle navi nemiche e permetteva di combattere corpo a corpo. Tutto ciò perché i legionari erano più forti nei combattimenti sulla terraferma.

 LA BATTAGLIA SCOPPIA

Le navi si scrutavano e sembrava parlassero, i legionari suonavano la carica percuotendo i tamburi, i Puni invece presero l’arco e iniziarono a scoccare frecce infuocate. Dalla nave Latina un ruggente urlo, un urlo di vendetta e di superiorità si levò come onda sovrasta spiaggia.

 I Puni malamente pensarono di aver vinto, ma dalla sontuosa nave si aprirono nuove vele, e lo scirocco vento, fece schivare il gregge distruttore.

 Così venne sganciato il corvo e i Fieri poterono salire sulla nave avversaria. I vili provavano ad ammazzarli alle spalle con l’arco, ma i Latini erano troppo veloci e la spada, come leone balza sulla preda, si infilavano lentamente nel corpo altrui e quando si ritraevano un fischio soffiava alle orecchie. Ottavio un’alluvione che sradica gli alberi, Julio una bufera e poi Quinto, l’indescrivibile Quinto, si aggirava tra i nemici con la sua lancia e ogni volta che uno di essi provava a colpirlo, lui gli spezzava l’arma e gli trafiggeva il sottile collo.

Tutti i legionari guardavano con ammirazione il loro generale, i loro occhi brillavano come Stella Polare al mattino, e ogni tanto  desideravan di essere come lui.

Sulla nave era rimasto un solo uomo, Cleonide, famoso capitano dall’animo corteggiatore. Quando scorse Quinto i denti tremavano, il sangue gli si gelava, Il Fato aveva deciso per lui.

“Duello” disse Quinto.

“o o ok” rispose Cleonide.

E fu duello.

I due accorciarono i passi. Cleonide sferrò un colpo, ma Quinto lo parò, ne sferrò un altro e il generale gli tagliò l’arto.

Ormai a terra non proferì più parola e Quinto gli diede il colpo di grazia, forandogli la cassa toracica.


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