Mondiali in Qatar, tutto quello che non va

di Domenico Mazzei, classe IID



Negli ultimi decenni il calcio, come molti altri sport, si è trasformato in una "macchina da soldi", in moto quasi esclusivamente per produrre e accumulare ricchezza. La FIFA è l'ente che gestisce il calcio a livelli professionali e internazionali. L'ente, in passato, è finito spesso nella cronaca giudiziaria con accuse riguardanti corruzione e altre condotte delinquenziali. Il problema che continua a presentarsi è proprio quello della corruzione e i mondiali rappresentano un'occasione ghiotta per coloro che vogliono arricchirsi a discapito della legalità e della correttezza. Il Qatar è la nazione che sta ospitando il mondiale 2022.
Il campionato è iniziato il 20 novembre e terminerà il 18 dicembre. È il primo che si svolge in Medio Oriente e nel mondo arabo. 

Nel 2009, l’allora presidente della FIFA, Joseph Blatter, annunciò l’apertura della gara per l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2018 e del 2022. Fu una decisione particolare e senza precedenti, quella di assegnare due edizioni dei Mondiali di calcio in una volta sola. Quella decisione fu dettata soprattutto da interessi economici, dato che l’assegnazione congiunta di due edizioni dei Mondiali avrebbe raddoppiato all’istante i proventi dalla vendita dei diritti televisivi del torneo. Ancora oggi essi rappresentano la maggior parte delle entrate economiche della FIFA. La votazione di assegnazione si tenne il 2 dicembre 2010, 2 dei 24 membri del comitato furono sospesi per sospetti di corruzione. Nel 2014, a ridosso del mondiale brasili
ano, iniziò a circolare la notizia riguardante accuse di corruzione: secondo il Sunday Times, Mohamed Bin Hamman, dirigente sportivo qatariota, aveva elargito tangenti alle altre confederazioni per pilotare l'esito del sorteggio. Malgrado le notizie di rinvenimento di prove, la FIFA dichiarò di non aver riscontrato irregolarità. Negli anni successivi sono state mosse analoghe accuse, ma la FIFA si è sempre dichiarata estranea. 

La polemica riguardante l'assegnazione del torneo non è l'unica che ha interessato i mondiali del Qatar. Una questione centrale riguarda i lavoratori impiegati nella costruzione delle strutture. È stato stimato che quasi 7.000 lavoratori sarebbero morti prima dell'inizio della Coppa del Mondo. Altre stime parlano di un totale di 10.000 lavoratori immigranti, soprattutto del Nepal, dell'India e del Bangladesh,  morti nei cantieri per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture. Amnesty International ha denunciato pratiche di abuso e sfruttamento nei confronti dei lavoratori, nella costruzione degli stadi evidenziando anche casi di minacce dovute a denunce sulle condizioni di vita, ritardi nel pagamento dei salari e alti costi di assunzione. Amnesty International ha poi chiesto al governo del Qatar risposte sulla morte dei lavoratori migranti senza ricerverle. Il Qatar si è limitato ad annunciare nel maggio 2021 una serie di misure volte a proteggere i lavoratori migranti, sebbene per circa il 70% dei decessi non siano state fornite giustificazioni. Ciò è grave e scandaloso, perché è impensabile che per il divertimento di alcuni debbano morire delle persone. 

Un altro importante punto di critica riguarda la questione ambientale. In vista del Campionato mondiale sono stati costruiti otto stadi e circa 130 campi da allenamento. Gli stadi richiedono una manutenzione di 10.000 litri d’acqua al giorno. Il Qatar non ha accesso all’acqua dolce e ha trovato una soluzione nella desalinizzazione, ovvero la depurazione dell’acqua salata per renderla potabile. Tale processo prevede costi ambientali enormi in termini di combustibili fossili. Il fluido salino di scarto, che può contenere sostanze chimiche come cloro, metalli pesanti e agenti antischiuma, viene rilasciato nel Golfo e a subirne i danni è l’ecosistema marino, e quindi le barriere coralline e gli organismi marini. 

Tutto ciò considerato, sembra che la scelta del Qatar non sia stata completamente casuale, ma influenzata dagli enormi interessi economici, dalla corruzione, dai soldi e dalla vendita di diritti televisivi. Io penso che rendere anche un semplice sport che appassiona tante persone un meccanismo attivo esclusivamente per produrre ricchezza è l'origine di tutte le storture a cui assistiamo. Ritengo perciò che il calcio debba tornare al suo scopo originario di intrattenimento e divertimento, diversamente le "Questioni Qatar" saranno sempre all'ordine del giorno, saranno la prassi. Ormai non ci stupiamo nemmeno più.


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