Russia-Ucraina: cosa sta succedendo?

di Domenico Mazzei, classe IID



"Allarme della NATO": Putin si prepara al test nucleare.  A Kiev si distribuiscono pillole di iodio". È questo un inquietante lancio d'agenzia di RaiNews delle ore 16 del 4 ottobre. Che cosa sta accadendo tra Russia e Ucraina? Le notizie riportate qui di seguito si riferiscono ai fatti accaduti fino a tale data: gli avvenimenti riguardanti la guerra sono in continua e rapida evoluzione e tutto ciò che accadrà dopo non sarà trattato nel seguente articolo, eccetto sviluppi eclatanti. Inoltre, considerando la complessità della situazione ho scelto di suddividere il testo in vari nodi tematici per organizzare meglio il contenuto.


La minaccia nucleare

Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell'Ucraina. La notizia è stata diffusa dal Times che cita un'informativa della NATO: secondo il rapporto dell'intelligence, Mosca pare sia sul punto di testare il drone sottomarino Poseidon, equipaggiato con una testata atomica. Secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione Ucraina. Dall'inizio della guerra la minaccia nucleare è sempre stata presente, tuttavia in queste ultime ore si è rafforzata e ciò fa temere una pericolosa escalation.


Spostamento degli equilibri

Era il 24 febbraio quando le truppe russe in Ucraina davano avvio alla guerra. Da subito Mosca ha puntato alle regioni a Sud e a Est del Paese, quelle confinanti con la stessa Russia e quelle affacciate sul Mar Nero. Ma non solo: le truppe del Cremlino, passando anche dalla Bielorussia, hanno cercato di occupare la capitale ucraina, Kiev. Il tentativo di prendere il potere è fallito in poche settimane e l’offensiva si è quindi concentrata sulle zone in cui la Russia riteneva di poter trovare più appoggio: su tutte le regioni delle repubbliche separatiste e filorusse di Donetsk e Lugansk, oltre alla Crimea, già occupata dal 2014. L'esercito russo per mesi è riuscito a tenere stabilmente il controllo su queste e altre zone confinanti. Poi, dai primi giorni di settembre, la situazione è cambiata: la zona di Kharkiv è stata liberata, tornando sotto controllo ucraino. Sul fronte orientale e su quello meridionale, nei pressi di Cherson, si continua a combattere per riprendere i territori fino a poco fa in mano a Mosca. La riconquista di aree da parte dell'Ucraina ha portato nervosismo e reazioni da parte di Mosca: una nuova minaccia nucleare, la richiesta di mobilitazione di 300000 riservisti, i referendum nelle province ucraine occupate da Mosca. La Russia, inoltre, ha creato una linea di difesa al confine con l'Ucraina che se superata dall'esercito attiverebbe la risposta nucleare.


I referendum-farsa

Alla fine di settembre nell'Ucraina occupata sono stati indetti dei referendum di annessione alla Federazione Russa. I territori interessati da queste consultazioni sono stati l'Oblast di Cherson, l'Oblast di Zaporizhia, Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk. L'esito dei referendum ha decretato la vittoria a favore dell'annessione con percentuali molto nette (87%, 93%, 99%, 98%). Questi referendum sono stati criticati ed etichettati dagli esperti di geopolitica come farsa: stando a queste critiche, la Russia non controlla completamente nessuna di queste aree, poiché ancora oggetto di contesa militare. Anche l'ONU ritiene illegali i referendum, in quanto organizzati in violazione del diritto nazionale. Dal suo canto, Putin dichiara che i referendum sono stati svolti in modo trasparente, per cui l'esito non deve essere messo in discussione. Di opinione opposta è il capo dell'ufficio del presidente ucraino Zelensky che commenta: "Le decisioni inutili del Paese terrorista non valgono la carta su cui sono firmate". Questi referendum, insomma, si sono rivelati inutili e hanno avuto come indiretta conseguenza l'ulteriore inasprimento delle tensioni.


La posizione dell'UE sull'invasione russa dell'Ucraina

L'UE condanna fermamente la decisione di Putin di riconoscere le zone non controllate dal governo di Donetsk e Luhansk, nonché l'aggressione militare non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina. Dallo scoppio della guerra il Consiglio europeo si riunisce regolarmente per discutere della situazione in Ucraina. I leader dell'UE hanno esortato la Russia in varie occasioni a ritirare le forze militari dall'Ucraina. In risposta all'aggressione militare, l'UE ha emanato aspre sanzioni nei confronti del Cremlino. L'Europa ha fornito all'Ucraina sostegno umanitario, politico, finanziario e militare e ha assunto l'impegno di continuare a dar prova di solidarietà e a fornire sostegno ai rifugiati in fuga dalla guerra e ai paesi che li ospitano.

In diverse occasioni, il Consiglio Europeo ha condannato con fermezza gli attacchi indiscriminati della Russia contro i civili e le infrastrutture civili e ha ribadito che il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato. Inoltre, i leader dell'UE hanno evidenziato che la Russia e tutti i responsabili di crimini di guerra saranno chiamati a rispondere delle proprie azioni in conformità del diritto internazionale. Le misure sanzionatorie sono concepite per indebolire la base economica della Russia, privandola di tecnologie e mercati fondamentali e limitando in modo significativo la sua capacità bellica.


Le reazioni del mondo

Se in Europa e in Nord America c’è stato un sostanziale allineamento sulla condanna all’aggressione e sull’adozione di sanzioni, il resto del mondo offre uno scenario più vario: l’Asia risulta spaccata tra i Paesi che hanno condannato apertamente l'invasione e quelli che sono rimasti neutrali; in America Latina ha prevalso una presa di posizione di condanna, tardiva nel caso del Brasile di Jair Bolsonaro, mentre Cuba si è astenuta, ribadendo una neutralità significativa alla luce dei forti legami con Mosca; in Africa molti paesi rimangono ancora su una posizione di neutralità; un approccio condiviso anche dalla maggior parte dei paesi del Medio Oriente, con l’eccezione importante della Siria di Assad. L’Asia è divisa nella condanna all’invasione russa dell’Ucraina. I Paesi più legati all'Occidente come Giappone, Corea del Sud e Singapore hanno applicato sanzioni alla Russia. Da evidenziare il caso ambiguo della Cina, che non ha esplicitamente condannato la Russia, ma non ha nemmeno appoggiato apertamente le posizioni del Cremlino. La maggior parte dei Paesi del Medio Oriente e Nord Africa ha mantenuto una posizione neutrale sull'invasione, dato il rischio di mettere a repentaglio tanto i rapporti con Stati Uniti e Unione Europea quanto le relazioni strategiche con Mosca.


Conclusioni

Non è possibile prevedere cosa accadrà nell'immediato futuro, però ciò che sembra evidente è che la guerra non si concluderà in tempi brevi: le minacce di Putin, la resistenza dell'Ucraina, gli equilibri geopolitici rendono complesso e destabilizzante il quadro e fanno temere un coinvolgimento più ampio di stati e forze militare e l'utilizzo di armi non convenzionali. È un momento molto delicato della storia contemporanea. Nell'agosto 1945, dopo Hiroshima e Nagasaki Einstein affermò: "Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre". La speranza è che questa guerra si concluda senza ulteriori disastri e che la terribile profezia di Einstein non si avveri.


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