Il gelo sul mondo. Il mio resoconto della "Guerra fredda"

 

di Domenico Mazzei, classe ID




“Il mondo libero contro i russi bugiardi, bari ed ipocriti”, furono queste le parole con cui l’americano Robert James Fisher descrisse la “sfida del secolo”, cioè la partita di scacchi che lo vide contrapposto al sovietico Boris Spassky.


Era il 1972, in piena guerra fredda. Una partita di scacchi è proprio la metafora con cui può essere descritta questa particolare fase storica: una contrapposizione tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America, nata nel secondo dopoguerra e basata sulla strategia della tensione, mai sfociata in un conflitto armato tra gli Stati Uniti e l’URSS. Erano le due principali potenze vincitrici della seconda guerra mondiale che si sfidarono per il predominio e la diffusione di ideologie e di modelli politici e sociali. L’espressione “guerra fredda” iniziò a circolare a partire dal 1947 grazie a Walter Lippmann, un giornalista statunitense che così definì il clima di tensione tra le due potenze. 



Nella prima fase della guerra fredda si cercò di stabilizzare l’equilibrio politico-internazionale; appartengono a tale fase la cacciata dei comunisti dall’Italia e dalla Francia. Dopo questo primo momento si entrò in una fase calda. Un episodio rilevante è il conflitto tra la Corea del Nord (comunista) e la Corea del Sud (filoamericana), la guerra terminò con la divisione della penisola in due stati. 

Ci furono due momenti particolarmente critici: la crisi di Berlino e la crisi di Cuba. La crisi di Berlino è culminata nella costruzione di un muro che divideva la parte est dalla parte ovest della città.

La crisi di Cuba è stata provocata dalla presenza di rampe missilistiche che minacciavano gli Stati Uniti. Questo evento ha fatto temere lo scoppio di una guerra nucleare. La fine della guerra fredda viene convenzionalmente fatta coincidere con il crollo del muro di Berlino (9/11/89) e la dissoluzione dell’URSS (26/12/91). 


Dalla guerra fredda non uscì un vincitore vero e proprio, però la potenza che impose dei modelli politici, sociali ed economici fu quella statunitense. Nei paesi dell’ex blocco sovietico si avviò un processo che portò alla formazione di nuovi stati indipendenti. Tuttavia in alcuni di questi stati tali processi sono avvenuti tramite sanguinose guerre, ad esempio nei paesi dell’ex Jugoslavia. 


Ci sono state anche conseguenze sul piano economico con il predominio del modello capitalistico su quello comunista. Gradualmente si è imposto anche fra i paesi dell’ex blocco sovietico. Le strutture sociali di alcuni paesi hanno subito un crollo per poi essere riorganizzate su modelli occidentali, tra cui la stessa Russia. 


L’idea che mi sono fatto su questa vicenda mi fa pensare che un conflitto armato tra le due potenze non sarebbe mai potuto scoppiare: sarebbe sfociato in una guerra nucleare alla pari che avrebbe annientato entrambi. Mi ha colpito particolarmente una notizia riguardante l’esistenza del progetto americano A-119 che aveva lo scopo di far esplodere una bomba atomica sulla luna come dimostrazione di forza nei confronti dell’URSS. Ciò mi fa pensare che entrambe le parti erano accecate dalla sete di potere. 


Bibliografia: Atlante storico di Georges Duby (2004); Enciclopedia Digitale Treccani.


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