LA MIA PRIMA VOLTA IN CUCINA!

 

di De Genua Federica, classe IID

Daniela, l'animatrice del campus, aveva deciso che la mattina seguente avremmo dovuto impastare gli gnocchi. Non capisco ancora adesso come mai non abbia pensato di avvisarci una settimana prima, visto il tempo che ci vuole per i preparativi! Io non avevo mai cucinato, figuriamoci preparare da zero un po' di pasta! Beh, però se so qualcosa di matematica, impastare un po' di farina e dell'acqua non sarebbe stato poi così difficile! Bastava dosare bene il tutto!

Nonostante il mio sangue freddo, un po' d'emozione pure mi saliva! Perciò, appena arrivata a casa raccontai del grande evento a mia madre e come per una partenza, iniziai a cercare per casa tutto l'occorrente del giorno dopo. Per prima cosa, il contenitore, che doveva essere un vassoio, lo trovai sul mobile più alto della cucina e, mentre salivo sulla sedia per prenderlo, stavo precipitando sul fondo del pavimento, come in un burrascoso atterraggio di un aereo. Mi mancava ancora il grembiule che, per fortuna, essendo un indumento più spesso utilizzato in casa mia rispetto ad un insolito vassoio, trovai banalmente  nel grande cassettone delle tovaglie. La missione non era ancora compiuta perché mancava la farina e non era una cosa semplice perché doveva essere  specifica: dovevo prendere una farina di grano tenero con un doppio zero. Mi ricordavo che mia madre aveva uno scaffale pieno di farine così, aprì quel mobile che ricordavo e tra farina per pizza, farina di semola, farina di farro, farine di mais e altre specie ancora, trovai, dopo dieci minuti circa, quel tesoro di colore bianco dal doppio zero. 

Ora tutto era pronto e così, per terminare, mi misi alla ricerca di una busta per riporvi tutto dentro. Anche questa ricerca mi sarebbe costata un'investigazione così approfondita che nemmeno Sherlock Holmes avrebbe potuto far di meglio. Partì dal ripostiglio e di una busta neanche l'ombra; guardai ancora in altre stanze, finché nello studio trovai  una busta della cartoleria: tolsi tutto ciò che c'era dentro, facendo sicuramente un favore a mia madre, e me ne appropriai. 

Ora ero pronta e ben equipaggiata! La mattinata seguente, non ero eccitata, di più! Avevo così tanta voglia di iniziare che avrei potuto sollevare uno di quei pesantissimi pesi della palestra. Aspettavo con ansia il mio turno, dopo i piccoli apprendisti, e quando sentì chiamare il mio nome, scoppiai letteralmente. Scesi quelle minuscole scale e mi affrettai a prendere uno dei migliori posti per vedere lo spettacolo di cui io stessa sarei stata protagonista! Prima di iniziare, guardai gli occhi di Daniela per non perderne il minimo cenno. Gettai un po' di farina su quella tavola di legno e un po' di nebbia ci offuscò la vista. Poi, al cenno di Daniela, versai l'acqua e con le mani mi ritrovai in un impasto appiccicoso che, solo dopo cinque minuti, si staccò dalle mie dita. Finalmente ero alla sfida finale: rendere quell'impasto dei veri gnocchi. Con una tecnica da vero chef, li trasformai in buonissimi gnocchi da portare in trionfo a casa. Chiesi a mia madre di cucinarmeli perché io ero sfinita dalla gran fatica affrontata...erano veramente fantastici, li dovevo rifare presto!

Commenti

  1. Bello, hai raccontato come preparare gli gnocchi, quasi fosse un'avventura.
    Non capisco perché hai cambiato la dimensione del carattere tra le prime righe e il resto del racconto.

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