Novanta secondi, 679
comuni coinvolti. E quel rimorso, fortissimo, sul ritardo dei soccorsi. Se fossero arrivati prima, molte persone si sarebbero potute salvare.
Se oggi
chiedi ad un tuo parente come si sentiva in quei momenti, ti dirà sicuramente
<<non è stato per niente bello>>. Questa risposta è normalissima.
Pensa se tu in quel momento fossi stato lì. Penso proprio che ti saresti spaventato
molto.
Dopo la scossa intensa, si viveva nelle tende o nei camper.
Però, se avevi la fortuna di avere parenti, con la casa non crollata, potevi
passare le giornate al suo interno. Poi arrivarono i volontari e la protezione
civile a portare il cibo, le coperte ...e per aiutare anziani e bambini. Ma ovviamente anche gli
altri. Si sentivano voci, parlare di migliaia e passa di morti. Una cosa
terribile. Per ricordare questo tragico evento sono stati scritti su di lui
diversi libri. Uno di questi è il romanzo di Donato Gervasio: “Polvere alla luna”.
Questa è un'intervista sull’accaduto fatta a mia nonna.
Come ti sei sentita?
Non capivo cosa stava succedendo, eravamo tutti nel panico.
Come hai fatto a capire che era il terremoto?
L’ha capito mio nonno che era sicuro di quel che pensava
Dopo la scossa, dove vivevi?
Fortunatamente la casa di mio nonno era rimasta intatta. La mia invece era crollata.
Cosa ti ricordi precisamente?
Una cosa che mi rimase impressa: è quando non riuscivo a raggiungere i miei due figli che, intanto, dormivano nella camera. Questo successe proprio perché tremava tutto il pavimento.
Fortunatamente la casa di mio nonno era rimasta intatta. La mia invece era crollata.
Cosa ti ricordi precisamente?
Una cosa che mi rimase impressa: è quando non riuscivo a raggiungere i miei due figli che, intanto, dormivano nella camera. Questo successe proprio perché tremava tutto il pavimento.
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