Come si divertivano i nostri nonni

di Giuseppina Fioravanti, classe ID



Tanto tempo fa, quando i nostri nonni erano bambini, non avevano tutti i giochi che abbiamo noi adesso e tanto meno non potevano guardare i cartoni animati in tv. Quindi qualcosa dovevano inventarsi. La maggior parte dei loro giochi avvenivano all’aperto: nei cortili, per le strade, nelle aie delle masserie….. I loro giocattoli erano fatti con materiali che si recuperavano in casa. Bambole di pezza o fatte con le pannocchie del mais, trottole di legno, fionde, spade…

Ho chiesto alle mie nonne di raccontarmi un pò di come giocavano e come passavano i pomeriggi quando non c’era da aiutare nei lavori di casa. 

Giocavano a nascondino, “a l’annaccui”:

...un bambino si mette con la testa contro il muro o un albero e conta fino a 40, intanto gli altri si nascondono. Scaduto il  tempo si cercano i compagni, basta trovarne uno e si deve correre alla base, chi arriva per ultimo deve fare la conta.

Si giocava alla cavallina, “zompa cavaddro”:




...ci si metteva con la schiena chinata e le mani appoggiate sulle ginocchia e i compagni dovevano scavalcare saltando e poggiando le mani sulla schiena del
bambino che stava sotto.


C’era un gioco che mi ha insegnato la mia mamma: il gioco delle cinque pietre. Si prendono cinque sassolini e si dispongono a quadrato su un piano, il quinto sassolino si lancia con una mano e prima che cade bisogna raccogliere i sassi che sono sul piano e anche quello lanciato, tutti nella stessa mano.

Si giocava al gioco del fazzoletto, si giocava con la carrozza costruita con assi di legno


C’era il gioco della settimana:

...si disegnano col gesso, sulla strada, delle caselle numerate da uno a otto. Si salta di casella in casella  con un solo piede fino a raggiungere l’ultima casella, ci si gira con un salto mettendo tutte e due i piedi nelle ultime due caselle e si ritorna alla base saltellando su un solo piede e raccogliendo il sassolino che era stato posizionato nella prima casella all’inizio del gioco. Non bisogna mai perdere l’equilibrio e all’inizio del secondo giro il sassolino si lancia nella casella successiva.                         


Per le strade e nei vicoli del paese, era tutta un’armonia di bambini chiassosi che giocavano, oggi invece siamo tutti con gli occhi fissi sui nostri cellulari. 

Mio papà mi ha raccontato che insieme ai suoi fratelli, avevano costruito il gioco della dama. Avevano disegnato la scacchiera su un cartone e per fare le pedine usavano i tappi delle bottiglie.

Mamma quando andava a scuola, durante la ricreazione giocavano con l’elastico. Un elastico lungo legato all’estremità, veniva messo alle caviglie di due bambine e un’altra bambina doveva saltare nell’elastico.

Giocavano saltando con la corda e recitando una filastrocca, “serva entra, che cosa comanda? un caffè! “ e un’altra bambina entrava a saltare.

Cercando foto e curiosità sul web, ho trovato una frase che mi è piaciuta molto.

“L’UOMO NON SMETTE DI GIOCARE PERCHE’ INVECCHIA, MA INVECCHIA PERCHÉ’ SMETTE DI GIOCARE”.John Bernard Show.

Commenti

  1. È proprio vero, prima si era felici con poco. Bravissima ❣

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  2. Come sempre,non smetti mai di stupirmi...sempre più brava 😘

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  3. Risposte
    1. Non diprezzo del tutto il tempo di oggi, ma non posso non rimpiangere quello dell'altro ieri: bambini impegnati nelle piazzette, nelle strade, felici dei giochi che non raramente rchiedevano inventiva. Che bello ritrovarsi, aggregarsi, felici di poco e di molto, allo stesso tempo!...

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