di Giuseppina Fioravanti, classe ID
Il mio paese, Montella, è ricco di posti bellissimi da visitare. Tra questi
posti c’è il “Ponte del mulino o della lavandaia”. Ci passo spesso di lì, visto
che abito fuori Montella ed è sul tragitto che faccio per andare a scuola o
semplicemente venire in paese. Questa foto è stata scattata il 01/12/2020, da
me col mio telefono cellulare. Può sembrare un poco sbiadita, ma è solo perché
ho cercato di sovrapporre due foto per far vedere meglio la cascata. La cascata
sorge ai piedi del Santissimo Salvatore, un monte sacro, su cui svetta il
santuario. Si può trovare molta vegetazione, è un paesaggio da fiaba. Il ponte
risale addirittura al I secolo a.C. Negli anni, la cascata, è stata sottoposta
a lavori di rifacimento fino ad arrivare nel XV secolo, quando la sua funzione
divenne quella di alimentare il mulino voluto a tutti i costi dai montellesi e
che è rimasto attivo fino agli inizi degli anni cinquanta del secolo scorso. Il
mulino venne iniziato a costruire nell’agosto del 1564. Il posto scelto per la
costruzione del mulino non fu casuale. In quel luogo, infatti, il fiume Calore
arrivava con molta acqua, grazie alla quale l’energia prodotta dalla sua forza
poteva mettere in moto le due macine. Adesso si possono vedere solo i
resti del mulino. Per molti anni, le nostre bisnonne lavavano i panni nel fiume
sotto il mulino. C’è una leggenda che spiega perché il ponte ha il nome
di Ponte della lavandaia. Una bella lavandaia, sedotta da un nobile locale e
poi rimasta incinta, annegò nelle vicinanze del ponte. La leggenda narra che il
suo fantasma ancora oggi ostacoli l’attraversamento del ponte. Per andare a
vedere meglio la cascata ed il ponte basta recarsi dove porta il piccolo viale.
Dalla parte di sopra si nota con molta
chiarezza la cascata insieme al ponte. La cascata porta il nome di “Pelata”. Se
si va di fronte alla cascata, sotto il ponte, alla vostra destra, potete
trovare un’apertura, che era l’entrata del mulino. Grazie ad un’associazione
nata su Facebook si sta cercando di ricostruire il vecchio mulino, anche con
l’aiuto del FAI. Se si scende giù per le scale, inoltre, si va nel prato alla
riva del fiume. Le foto da lì vengono molto belle. Si può osservare che l'acqua
del fiume è molto limpida e soprattutto pulita. Le pietre della cascata
sembrano scalini che portano dalla cascata alla riva del fiume. Vi consiglio
molto di andare a visitare questo luogo incantevole.
Complimenti Giuseppina😍
RispondiEliminaNon sapevo della leggenda, grazie per avermela fatta conoscere 💟. Bravissima, continua così!
RispondiEliminaMi è sembrato di essere lì, sospesa su quel ponte ... grazie Giuseppina ❣
RispondiEliminaBrava Giuseppina. Molto ben raccontato ma c'è un particolare che deve essere chiarito: l'apertura sulla destra alla base del ponte non era l'entrata del mulino, ma da dove usciva l'acqua che faceva girare le macine.
RispondiEliminaGrazie per la precisazione... 🤗
EliminaBravissima Giuseppina,hai raccontato cose che neanche io sapevo e tu le hai descritte in modo davvero eccellente...sono orgogliosa di essere tua zia...porta avanti i tuoi segni, magari quelli che non ho potuto realizzare io 😘
RispondiEliminaCiao. Bella la foto del luogo fiabesco. Cercavo notizie su un luogo simile, lungo il fiume Calore, che però sta a Felitto, un posto con una cascata dove d'estate si può fare il bagno, e mi sono imbattuta in questa pagina. Grazie, amo posti simili. Teresa d.
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