Ultimi scorci di un caldo autunno

di Giuseppina Fioravanti, classe ID

Eccole qui: Stellina, Margherita, Giovannina, Cappuccina, Armollina e poi ci sono le piccole giovenche che ancora non hanno un nome. Il nome gli verrà dato quando diventeranno mamme. Perché nonno Serafino, il padre di mio papà, diceva che le vitelle non hanno bisogno di essere chiamate per nome, perché loro seguono sempre le grandi quando si spostano nei pascoli. Queste nella foto, non sono tutte le mucche della nostra azienda. Sono quelle che si preparano per partorire, e in questo periodo non vengono munte. Le altre mucche, quelle che adesso producono il latte, sono nei pressi di casa mia, nei dintorni della stalla. Questa immagine, scattata il 14 novembre 2020, l’ho fatta in uno dei pascoli che abbiamo nella nostra zona. Rappresenta la mia quotidianità. Dopo alcuni autunni piovosi, quest’anno è stato abbastanza mite. Le nostre mucche possono ancora mangiare erba fresca e ghiande prima dell’imminente arrivo del freddo inverno. L’erba dei nostri pascoli è per lo più spontanea. Le mie mucche sono di tipo pezzate rosse, il loro latte è particolarmente ricco di grassi e quindi adatto alla trasformazione. La mia famiglia fa questo lavoro da molte generazioni. Il mio bisnonno, mio nonno e adesso il mio papà, portano avanti questa passione per la natura e per le mucche. Il latte viene trasformato da mio papà e mio fratello, con l’aiuto di mia mamma e mia cognata. Facciamo degli ottimi prodotti che a seconda di quello che mangiano le nostre mucche, varia il sapore. Io ho la fortuna di vivere in questa bella realtà ed è una cosa che amo fare insieme al mio papà. Consiglio ai ragazzi della mia età, ai bambini e alle loro famiglie, di non dimenticare le nostre origini, perché nelle piccole realtà di paesi di montagna, tutti abbiamo avuto un parente che ha fatto questo lavoro.