di Benedetta De Simone, Giuseppe De Simone, Lidia Mazzei, Enrico Pizza e Antonio Renna, classe ID
Dal 2017, il 7 febbraio si celebra la Giornata
contro il Bullismo. Quest'ultimo è un comportamento violento (sia fisico che verbale )
intenzionale e prolungato nel tempo contro una persona. Pestare un compagno,
prendere in giro continuamente qualcuno per il suo aspetto fisico, perseguitare
via chat con messaggi o foto insultanti, è bullismo.
La merenda rubata, offese ripetute possono
sembrare semplici dispetti, in realtà sono attività che rientrano nel bullismo.
Una piaga sociale sempre più diffusa, perciò
il percorso fatto a scuola dovrebbe servire a noi ragazzi per prendere
coscienza del problema, capire quando ci si trova di fronte ad un caso di
bullismo e conoscere gli strumenti per contrastarlo.
Il bullismo senza usare troppe parole è ODIO!
Il bullo non è un comune prepotente o un attaccabrighe,
ed è spesso difficile distinguerlo.
La canzone “Pare” ( di Ghali e Madame),
ascoltata in classe, vuole essere un inno contro il bullismo, ma lo fa cercando
di capire le ragioni di quel comportamento, e, senza però offrire
giustificazioni, lo fa attraverso gli occhi e il cuore del bullo. Il testo gira
intorno al non farsi schiacciare dai propri traumi, poiché è proprio da questi
che si genera un’inutile rabbia da scaricare sugli altri.
Si gioca con il termine “pare” che indica la
voglia di fare come si vuole (come ti pare), ma anche paranoie e insicurezze,
appunto le cosiddette “pare”. Inoltre il significato da dizionario di “pare” è
“mostrarsi, apparire in un modo o con un aspetto diverso da quello reale".
Dopo aver ascoltato questa canzone e visto
diversi cortometraggi o spezzoni di film abbiamo proseguito con l’attività di
BRAINSTORMING e CIRCLE TIME, durante le quali sono state fatte riflessioni sul
bullismo, sulle cause che portano a questo tipo di violenza, sulle conseguenze
e sulle difese da attuare. L’unica difesa è NON RESTARE SOLI.
CHIEDERE AIUTO O DENUNCIARE È UN ATTO DI
CORAGGIO CHE PUÒ SALVARCI LA VITA!
L’insegnante, lasciandoci liberi di
esprimerci, ha messo in atto un meccanismo per capire, non se il concetto di
bullismo fosse arrivato a tutti noi, ma soprattutto, credo, per capire le
nostre emozioni, positive o negative, o se questo comportamento fosse tra di
noi.
Successivamente, sulla lavagna abbiamo scritto
le parole del bullismo: disagio, aggressività, solitudine, prepotenza, paura,
crudeltà, impotenza, ignoranza, soprusi, discriminazione. Tutte riconducibili
alla parola DOLORE. Quel dolore che invade il cuore e che soffoca, fino a farci
credere che non ci sia soluzione. Un gigante sembra il bullo e un’impresa
impossibile combatterlo.
In una seconda fase abbiamo integrato i
contenuti sul bullismo con lingue straniere, inglese e francese, e gli
insegnanti ci hanno stimolato ad acquisire maggiori competenze
linguistiche-comunicative.
Infine l’insegnante ci ha fatto conoscere
l’app “YouPol” e abbiamo discusso sull’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 “Istruzione
di qualità”, soffermandoci in particolare sul sottobiettivo 4.a. L’app “YouPol”
è uno strumento gratuito e disponibile per tutti che permette di inviare
segnalazioni, di episodi di spaccio di droga o di bullismo, anche in forma
anonima, con la possibilità di allegare video, audio, immagini e testo.
Nella parte conclusiva dell’attività la palla
è passata a noi, i quali, spinti dalla fantasia e dalla creatività, siamo
riusciti a ideare poesie, canzoni, disegni e fumetti.
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