Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio
una donna”. Così Manzoni ci comincia a descrivere, forse, uno degli
argomenti più toccanti del romanzo. La peste, malattia che ha
portato scompiglio in tutti i luoghi che l’occhio dei protagonisti
poteva toccare. Strappando l’anima di innocenti: bambini con un
futuro davanti, portando disperazione e rassegnazione.
Rassegnazione, un termine complesso ed estremamente collegato
alla storia dei nostri tempi, un esempio di rassegnazione, magari, per
capire meglio, possiamo parlare di Ettore, nell’Iliade, andando in
contro a morte certa. Come in questo caso, la rassegnazione è
terribile, perché ciò che si pensa, accadrà. Oramai sono rassegnato
che in Ucraina, padri, madri e in particolare i bambini, non capiscono
il dolore, che, sicuramente proveranno in futuro, magari a causa della perdita
di un padre, oramai sono rassegnato che in Israele e in Palestina
succederà il finimondo. Tutto questo perché l’umanità non si sa
gestire e, non riesce a capire quanto è brutto e doloroso ciò che
stanno commettendo a persone, no, a paesi, ma al mondo intero.
Manzoni con questo ci lascia un mare di parole sul quale potremmo
soffermarci all’infinito ma, limitato solo al nostro foglio e a questo
blog, perché? Perché tutto ciò che scriverò non sarà mai ascoltato,
anche questa è RASSEGNAZIONE.
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