Un vaccino di cui fidarsi

 di Federica De Genua, classe ID




Mi chiedo come mai tante persone siano sfiduciate dalla scienza e dai suoi progressi, come mai si abbia tanta paura di affrontare un vaccino. Dalle varie notizie che ascolto, sia alla TV che in casa, sento parlare di timori e dubbi nei confronti dei vari Astrazeneca, Pfizer, Johnson&Jonhson, Moderna e Sputnik 5°. Da una parte, quella di mia madre insegnante, ho sentito i timori sulle varie ma eventuali conseguenze di Astrazeneca. Dall’altra, quella di mio padre, volontario della Protezione Civile, la paura di vari anziani nel sottoporsi alla somministrazione del Pfizer. Per non parlare dei diversi notiziari che ogni giorno tentano di fare clamore con le eventuali morti da vaccino “tenute nascoste”! 

Ma perché tanti dubbi e timori verso questa fatidica “immunità di gregge”!? In fondo se guardiamo nella storia, che da sempre ci offre un punto di riferimento, possiamo meravigliarci di come un vaccino abbia salvato milioni di persone. E come gli stessi scienziati abbiano somministrato su se stessi le dosi vaccinali per infondere fiducia all’intera umanità!

La vaccinazione è stata, sin dalla sua prima scoperta, una strategia di contrasto alla diffusione della malattie infettive sia in modo “diretto” che “indiretto”. 

Cosicché, vaccinandosi molti soggetti della comunità mondiale, anche chi non si era sottoposto alla somministrazione poteva “indirettamente” godere della “immunità di gregge” (herd immunity). Da sempre, allora, i vaccini sono stati importanti per tenere sotto controllo le malattie infettive, dunque per ridurne i casi di mortalità, per eliminarle all’interno di una certa area geografica o infine per eradicarle eliminandole in modo permanente. Così come fu per il vaiolo.

Il vaiolo, ancora diagnosticato nel 1977 in Somalia, è stato dichiarato completamente eradicato nel 1980 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche se riserve del virus sono state conservate per motivi di studio in un laboratorio statunitense e in uno russo. La vaccinazione antivaiolosa fu scoperta nel 1796 in Inghilterra, da Edward Jenner, il quale prelevò del pus dalla pustola di una mungitrice, ammalatasi di vaiolo bovino e lo iniettò nel braccio di James Phipps, un ragazzo di appena otto anni. Dopo alcuni mesi, gli fu inoculato lo stesso materiale “umano”, ma il ragazzo si era già immunizzato dalla malattia pur non essendosi mai ammalato di vaiolo. Lugi Sacco, in Italia, proseguì la vaccinazione “jenneriana” nel 1799, sia su se stesso che su cinque bambini, ottenendone l’immunità finché si arrivò ad una immunità di gregge di circa 130.000 persone. In altri Paesi, durante questa campagna di vaccinazione, si verificarono episodi di rifiuto della somministrazione come nel caso di H. Jacobson, il quale rivendicò il diritto alla cura del proprio corpo. Ma, alla fine, la Corte Suprema sentenziò la superiorità della salute pubblica rispetto a quella individuale.

La scienza continuò la sua lotta alle malattie infettive con i vaccini antidifterici e antitetanici grazie agli studi di Emil Von Behring nel 1880 e ancora nel 1885 con le ricerche del padre della microbiologia Louis

Pasteur, utilizzò batteri “indeboliti” artificialmente in laboratorio per combattere la Rabbia, fino ad arrivare al vaccino antipoliomielite di Jonas Salk nel 1963. E, ancora, nel 1971 alla scoperta del vaccino trivalente MPR (morbillo parotite rosolia) da parte del microbiologo Maurice Hilleman, il quale sviluppò anche il vaccino contro l’epatite A, l’epatite B, la varicella, la polmonite e il batterio dell’influenza. 

Questi vaccini sono stati resi obbligatori nel tempo per abbassare la percentuale delle persone contagiate anche se le somministrazioni hanno dovuto sempre prima superare la “vaccine hesitancy” (esitazione vaccinale).

Ricordiamoci però che ancora oggi molti di questi vaccini sono obbligatoriamente somministrati ad ogni bambino! 

Ancora oggi, dunque, godiamo delle scoperte della scienza!

Potremmo ancora farlo se tutti noi dessimo più fiducia al vaccino scoperto contro la pandemia da Covid-19 dagli scienziati turchi Uğur Şahin e dalla moglie Özlem Türeci e prodotto da diverse società farmaceutiche!

Sebbene in Italia il piano vaccinale sia partito il 27 dicembre 2020, siamo ancora lontani, per diversi motivi dalla “immunità di gregge”. Infatti ad oggi le dosi somministrate sono 8.595.798 e anche nel mondo il dato è ancora basso, essendosi fermato a 489.031.670. 

Tutti noi dobbiamo pensare che il vaccino contro il Covid- 19, qualunque esso sia, rappresenta l’unica soluzione possibile e di cui fidarsi per ritrovare la nostra libertà e la nostra quotidianità.

Commenti

  1. Quest'articolo mi è piaciuto molto, mi congratulo con te.BRAVISSIMA!

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